Il ruolo dello “stress” è stato messo in evidenza in modo particolare dagli studi del ricercatore E. Selye, il quale ha dimostrato come tale evento influisca sullo stato di salute di un individuo e sulla fisiologia del suo corpo.
Selye spiegò il processo di modifiche che avviene nell’organismo in seguito ad uno stimolo con lo scopo di giungere ad un adattamento, e più specificatamente individuò la Sindrome Generale di Adattamento. Essa è una risposta generale, aspecifica, a qualsiasi richiesta proveniente dall’ambiente. Tale a-specificità è importante, in quanto smentisce la vecchia idea secondo la quale ogni stimolo determinava una sola risposta precisa (ad esempio il caldo la sudorazione, il freddo i brividi..e così via!), anzi, spiega la necessità di adattamento dell’individuo ad ogni stimolo indipendentemente dalla sua natura, per trovare un sempre nuovo e maggiore livello di equilibrio. Lo stress è dunque rappresentato dagli stimoli che riceviamo, ed è quindi normale in quanto tutti noi siamo esseri viventi capaci di interazione. Esso inoltre non è qualcosa che può essere evitato, tanto che la sua assenza totale si verifica solo alla morte. Riassumendo non si deve e soprattutto.. non si può evitare tale condizione, ma si può incontrarla in modo più efficace!
Volendo descrivere la Sindrome in modo semplificato diremo che essa si articola in tre fasi fondamentali: la prima è la reazione di allarme, in cui avviene una rapida reazione del sistema nervoso autonomo simpatico (con secrezione di ormoni quali l’adrenalina) per una risposta immediata allo stimolo. In questa fase si crea un iniziale shock del sistema che poi con la secrezione degli ormoni trova la forza di reagire alla situazione. Successivamente, se non è stata trovata la risposta adatta a trovare un nuovo equilibrio, si verifica la fase della resistenza, la quale ha ovviamente maggiore durata rispetto all’allarme, e sviluppa ormoni differenti come il cortisolo. Anche tali ormoni hanno la funzione di mantenere il sistema attivo finché non trova la risposta corretta. La resistenza permane dunque tutto il tempo necessario, finché lo stimolo non è cessato. Se questa fase perdura troppo a lungo però, si giunge alla terza ed ultima: l’esaurimento, in cui si manifesta la perdita di vitalità dell’organismo e l’insorgenza delle malattie.
Oggi ormai si sa che a determinare lo stress non sono solo stimoli fisici come traumi, temperature ecc.. ma anche psichici o relazionali (ad esempio un trasloco, un lutto, il licenziamento..). Risulterà ora più facile comprendere come un buon quoziente di intelligenza emotiva (cioè una buona capacità relazionale e di gestione delle emozioni) contribuisca al rinforzo del soggetto, garantendo una maggiore capacità di gestione dello stress, e quindi di protezione dalle malattie.
In questo senso la medicina naturale lavora rinforzando i punti deboli dell’organismo e della psiche della persona e mantiene più in equilibrio le tendenze che determinano una perdita dell’armonia dell’individuo, con un maggiore grado di stress conseguente. Aiuta a recuperare le forze e sostiene in periodi che richiedono molto impegno fisico e mentale, e permette di sciogliere nodi in emozioni o/o punti di vista irrigiditi che determinano perdite di energie inutili e sfavorevoli. Così anche le tecniche di rilassamento fanno un ottimo lavoro, soprattutto in persone molto emotive o in fase di stress prolungato, in quanto favoriscono l’armonia e il riequilibrio del sistema nervoso e dell’organismo, dunque la salute.