Il comodo presupposto che possiamo vivere ottanta o novant’anni, e disporre così di un sacco di tempo per portare a termine gran parte di quello che vorremmo fare, potrebbe essere vero, ma non necessariamente. La seconda trasformazione della mente mette in discussione il falso senso di permanenza, la convinzione che le cose durino.

L’idea che < non importa quello che faccio > è ancora un’altra assunzione che, da un punto di vista spirituale, ci culla fino al sonno. Come abbiamo visto però, le azioni e gli atteggiamenti che ci ostiniamo a ripetere si cristallizzano in abitudini che limitano la nostra libertà, imprigionandoci nella coazione a ripetere. La terza trasformazione della mente riconosce la validità delle leggi causa ed effetto nella nostra vita: dobbiamo assumerci la responsabilità dei nostri pensieri e delle nostre azioni, perché hanno conseguenze reali.

Tara Bennett-Goleman

“Alchimia emotiva”