Solo con la consapevole scelta di andare oltre la propria visione particolare che nasce da una necessità interiore data dall’ampliamento della coscienza individuale, sarà possibile cominciare a vedere nel mondo esterno e nell’altro, non un pericolo da cui difendersi preventivamente, ma un’opportunità di comparazione e di crescita che si manifesta spesso come sofferenza, perché non siamo stati in grado di essere sufficientemente “mobili” interiormente per evitare la “cristallizzazione” dell’anima, ovvero il suo irrigidimento e la sua parziale paralisi. Ecco allora che il mondo, gli altri, ci vengono contro per fornirci, attraverso il dolore provato, la sofferenza più o meno intensa, l’opportunità che non trovavamo, la possibilità di rimetterci in cammino per portare a compimento il nostro destino. E quando entra in noi per davvero questa coscienza allora percepiamo intensamente, ogni giorno, il nostro cambiamento, il nuovo modo di pensare e sentire nei confronti degli accidenti della vita e delle persone. Allora decidiamo liberamente, magari per la prima volta di non reagire ad una provocazione od insulto lanciatomi da un uomo più disperato di me, ma finalmente di agire secondo le convinzioni profonde di tolleranza e amore che sono riuscito a scoprire nella mia interiorità con un lungo e costante lavoro di controllo e modifica degli impulsi più bassi ed istintivi. In questo momento mi sento un uomo libero, cioè nel momento stesso in cui riesco a superare con consapevolezza e libera scelta la mia istintività ereditaria (quella sì!) e decidere di fare, agire altrimenti da come ho sempre fatto fino a quel momento.
“DNA ed Eugenetica: chi vuole il potere sulla vita?”
di Paolo Girotto