..”e vidi una finestra spaziale aperta. Cominciammo a vedere alcune scene che si stavano volgendo in Medio Oriente, seguite da immagini provenienti dal Vaticano e dall’Asia. E tutte mostravano che il dialogo tra le più importanti istituzioni religiose stava crescendo.
Ciò che avveniva davanti ai nostri occhi rivelava un notevole aumento della tolleranza. Per quanto riguardava il Cristianesimo, cattolici e protestanti cominciavano a capire che l’esperienza della conversione nell’ambito del cristianesimo stesso e quella dell’illuminazione caratteristica dalle religioni orientali, dell’ebraismo e dell’islamismo – l’esperienza in sé – erano esattamente la stessa cosa. Le differenze erano dovute al fatto che ogni singola religione attribuiva una particolare enfasi ad aspetti diversi dell’interazione mistica con Dio.
Le religioni orientali sottolineavano gli effetti sulla coscienza stessa, l’esperienza dell’illuminazione, il senso di comunione con l’universo, la capacità di lasciar andare i desideri dell’ego e di possedere un certo distacco. L’islam enfatizzava la sensazione di unità che nasce condividendo con gli altri questa esperienza, unita al potere insito nelle azioni svolte in gruppo. L’ebraismo attribuiva grande importanza alla tradizione basata su questa connessione, a quello che si prova sentendosi prescelti e alla convinzione che ogni essere umano è responsabile dell’avanzamento dell’evoluzione della spiritualità umana.
Il cristianesimo metteva in risalto l’idea che lo spirito si manifesta negli uomini non solo come una aumentata consapevolezza del fatto che siamo parte di Dio, ma anche con la comparsa del sé superiore, quasi noi diventassimo una parte più ampia di ciò che siamo, più completa e capace, dotata di una guida interiore e di una saggezza che ci spingono ad agire come se la personalità umana di Dio, e cioè Cristo, stesse ora vedendo il mondo attraverso i nostri occhi.
Nella scena che si svolgeva potevamo vedere gli effetti di questa nuova tolleranza e unità. L’attenzione veniva posta sempre più spesso sull’esperienza della connessione in sé, e non sulle diversità dei vari aspetti che venivano evidenziati. Sembravano esserci una crescente disponibilità a risolvere i conflitti etnici e religiosi, una maggiore comunicazione fra i vari capi religiosi, una nuova comprensione di quanto diventerebbe potente la preghiera se ognuno ampliasse il proprio campo all’interno di una forte unità religiosa. “
da “L’Undicesima illuminazione” di J. Redfield